SALMONELLOSI MINORI (ENTEROCOLITI DA SALMONELLE)

DEFINIZIONE:
Le salmonellosi minori, anche dette enterocoliti da salmonelle, sono un gruppo di infezioni acute di origine alimentare, a diffusione ubiquitaria, causate da batteri del genere salmonella e caratterizzate da una sintomatologia comprendente diarrea, dolori addominali e febbre.
Insieme a febbre tifoide e paratifo fanno parte del gruppo di patologie denominate salmonellosi.
Possono colpire qualunque fascia di età, anche se le forme gravi si riscontrano generalmente in lattanti, anziani e immunocompromessi.

Il più importante serbatoio di infezione è rappresentato da animali domestici e di allevamento (in particolare pollame, ma anche bovini, ovini, maiali, cani e gatti), che presentano le salmonelle nel loro tubo digerente. Alimenti come uova, latte e carne sono quindi il principale veicolo di infezione, in relazione al trattamento: pastorizzazione ed ebollizione distruggono infatti le salmonelle, mentre salatura e insaccatura ne permettono la sopravvivenza.

EZIOPATOGENESI:
Ad eccezione di Salmonella typhi e paratyphi A, tutti i sierotipi di salmonella sono in grado di provocare enterocolite. I più diffusi sono: S. Wien, S. Typhimurium, S. Enteriditis, S. Choleraesuis, S. Dublin, S. Panama, S. Derby, S. Anatum, S. Oranienburg, S. Newport, S. Pullorum.
La trasmissione avviene per via fecale-orale: dopo aver oltrepassato la barriera gastrica, i microorganismi invadono le cellule epiteliali dell’intestino tenue e si moltiplicano a livello della lamina propria. L’ invasione della mucosa intestinale è la tappa obbligata che determina la patologia, senza la quale, anche in caso di ingestione di alimenti contaminati la sintomatologia non si verifica.
Con lo sviluppo dell' enterocolite la mucosa intestinale appare iperemica ed edematosa, con tendenza ad emorragie puntiformi. Si osserva inoltre iperplasia dei follicoli linfatici e dei linfonodi mesenterici.
La diarrea sembra causata dalla secrezione di interleuchina-8 da parte delle cellule epiteliali intestinali come risposta all' invasione delle salmonelle.
In funzione della loro diffusione, sembra plausibile che ogni giorno si possa entrare in contatto con le salmonelle, senza che questo determini necessariamte la comparsa di un' infezione. Più che alla carica batterica, sembra che questo sia dovuto alla virulenza del sierotipo coinvolto, oltre ovviamente all' integrità dei meccanismi di difesa dell' ospite.

SINTOMATOLOGIA:
Dopo un breve periodo di incubazione (12-48 ore) la malattia si manifesta con un esordio acuto, caratterizzato da diarrea di entità molto variabile (spesso mista a muco e sangue), dolori addominali, a volte vomito e tenesmo. Nei casi gravi si ha la comparsa di febbre intorno ai 38-39 °C.
Nelle forme con batteriemia (i ceppi più frequentemente associati sono salmonella Choleraesuis, Dublin e Virchow) può non esservi sintomatologia intestinale, mentre sono presenti i sintomi relativi alle varie localizzazioni; è una condizione più rara, tipica di lattanti, anziani e immunocompromessi, e può avere esito mortale.

DIAGNOSI:
Il sospetto diagnostico proviene dalla clinica e dall' anamnesi di ingestione di alimenti sospetti, mentre la diagnostica di laboratorio è generalmente negativa.
La conferma è data dalla ricerca della salmonella mediante coprocoltura, mentre l' emocoltura è utile solo in caso di batteriemia.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE:
Va fatta con tutte le altre cause di diarrea acuta (shigella, escherichia coli, neoplasie intestinali).

DECORSO E PROGNOSI:
Nella maggior parte dei casi si arriva alla risoluzione in meno di una settimana, sebbene le manifestazioni intestinali possono perdurare anche per 15 giorni.
Nei lattanti, negli anziani e nei soggetti immunocompromessi in assenza di opportuna terapia la patologia può assumere caratteristiche di gravità fino all' esito fatale.

PROFILASSI:
Per ridurre l' incidenza di queste patologie la prevenzione riveste un ruolo fondamentale. Occorre quindi un' azione sui portatori mediante lo stretto controllo degli allevamenti e dei mangimi, oltre a un attento monitoraggio delle metodiche di trattamento e conservazione degli alimenti.

TERAPIA:
La terapia antibiotica non risulta indicata (è anzi sconsigliata) se non in caso di batteriemia, in quanto in grado di alterare la fisiologica flora batterica intestinale, prolungando il periodo di escrezione delle salmonelle, e di favorire la comparsa di ceppi antibiotico resistenti.
Il trattamento terapeutico di elezione è invece la correzione degli squilibri elettrolitici e dell’equilibrio acido-base, causate dala perdita di liquidi, attraverso un trattamento di reidratazione orale o endovenosa (in casi severi).
I farmaci in grado di inibire la motilità intestinale andrebbero evitati specie se in presenza di muco o sangue fecali, febbre e nei bambini e negli anziani.
In caso di batteriemia o localizzazioni extraintestinali, oltre che nei soggetti a rischio di ospedalizzazione, la terapia antimicrobica è invece indispensabile. Negli adulti il trattamento di scelta è rappresentato da un fluorchinolone o da una cefalosporina di terza generazione, con ampicillina, ceftriaxone e cefotaxime come valide alternative. Nei bambini si preferisce l' impiego di trimetoprim-sulfametossazolo, ampicillina, ceftriaxone o cefotaxime, per il timore di effetti collaterali (possibili lesioni articolari o tendinee) segnalati con l' uso di fluorchinolonici. Nei soggetti immunocompromessi (es. Infezione da HIV) con quadri severi è necessaria una terapia antimicrobica endovenosa per 1-2 settimane, seguita da 4 settimane di terapia orale con fluorchinolonici.

BIBLIOGRAFIA:
Crepaldi G, Baritussio A - Trattato di Medicina Interna - POLLON - 2005.
Rakel RE, Bope ET - Conn's Current Therapy - 56a edizione - MALESCI.
Rugarli C - Medicina interna sistematica, IV edizione – MASSON.