PARATIFO

DEFINIZIONE:
Si tratta di una condizione patologica simile alla febbre tifoide, ma di minor gravità, causata dal bacillo gram- Salmonella Paratyphi A, B e C.
Si differenzia dalla Salmonella Tiphy per la distibuzione geografica (più diffusa in Europa è il tipo B) e per la capacità di infettare oltre all' uomo anche alcune specie animali (solo Be C).

Fa parte del gruppo delle salmonellosi.

EZIOPATOGENESI:
E' sovrapponibile alla febbre tifoide, ma con complicanze, gravità e mortalità molto minori.

La trasmissione è di tipo oro-fecale ed è dovuta al contatto con acqua o alimenti contaminati da feci umane contenenti il batterio.
Una volta penetrata all' interno dell' organismo, la salmonella oltrepassa la barriera gastrica per giungere nel' intestino tenue, dove aderisce agli enterociti e alle cellule M. Attraverso le cellule epiteliali i batteri arrivano alla lamina propria, dove sembra cominci una prima fase moltiplicativa. Dopo aver oltrepassato la mucosa intestinale, i microrganismi giungono ai linfonodi regionali, dove in buona parte vengono fagocitati; i batteri superstiti raggiungono la circolazione sanguigna attraverso il dotto toracico, causando una batteriemia di breve durata, fino alla fagocitosi da parte delle cellule del sistema reticolo-endoteliale localizzate a livello epatico, splenico, midollare e linfonodale.
Anche la salmonella paratyphi possiede la capacità di sopravvivere e moltiplicarsi all’interno dei monociti-macrofagi, causando una batteriemia persistente. In questo modo i batteri possono raggiungere tutti gli organi, colonizzando in particolare colecisti, pareti intestinali e placche di Peyer.

SINTOMATOLOGIA:
Anche in questo caso è sovrapponibile ala febbre tifoide, con un periodo di incubazione compreso tra una e due settimane, dopo le quali cominciano i primi sintomi; il decorso della malattia viene classicamente suddiviso in 4 settenari, che rapresentano gli stadi patologici:
I   STADIO    - iperemia della mucosa intestinale e iperplasia delle placche di Peyer.
II  STADIO    - necrosi del tessuto linfatico che può estendersi fino ala sottomucosa con formazione di escare necrotiche
III STADIO    - distacco delle escare e formazione di ulcere che possono determinare emorragie e peritoniti
IV STADIO    - cicatrizzazione delle ulcere e riepitelizzazione fino alla restitutio ad integrum
Clinicamente, l' esordio è rappresentato da una febbre continua con punte fino a 40 °C, preceduta o meno da diarrea, accompagnata da cefalea, dolori addominali, epistassi, tosse e talora stipsi.
Successivamente, oltre al perdurare della febbre, è caratteristica una diarrea semiliquida con feci "a purea di piselli"; compaiono inoltre alterazioni del sensorio (astenia, apatia, raramente allucinazioni) e può essere presente un esantema a torace, addome e dorso.
Talvolta completano il quadro bradicardia relativa, lingua a dardo, splenomegalia a consistenza molle, subittero, ronchi diffusi all' ascultazione toracica.

DIAGNOSI:
Anche in questo caso si basa sull' isolamento della salmonella da sangue (emocoltura) o feci (coprocoltura) e sulle prove sierologiche (sieroagglutinazione di Widal) che risulta positiva sia per la Salmonella Typhi che Paratyphi.

PROFILASSI:
Identica alla febbre tifoide: rispetto di norme igieniche e vaccinazione (vaccino con germi inattivati, vaccino con batteri vivi e attenuati, vaccino contenente l’ antigene Vi purificato).

TERAPIA:
Anche in questo caso è la stessa della febbre tifoide: fluorchinolinici o cefalosporine di terza e quarta generazione come prima scelta.




BIBLIOGRAFIA:
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Per maggiori informazioni vedi anche: FEBBRE TIFOIDE